Scuola. L’Emilia-Romagna ricorre alla Corte Costituzionale. Casadei: “Scelta sacrosanta, questo Governo va fermato prima che sia troppo tardi”
Per salvare la scuola dai danni della Finanziaria la Regione Emilia-Romagna ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale: oggetto del ricorso saranno le disposizioni che impongono a partire dall’anno scolastico 2011/2012 la creazione di istituti scolastici comprensivi costituiti da un numero minimo di mille alunni, e di cinquecento nelle scuole di montagna.
Gli accorpamenti decisi dal Governo rappresentano solamente l’ultima delle tante invenzioni pensate per smantellare la scuola pubblica e svilire i nostri stessi territori. La scuola è un servizio primario e fondamentale per le famiglie che abitano in montagna, se la scuola non c’è le famiglie se ne andranno e comunità intere verranno abbandonate.
Prevedere istituti di cinquecento bambini significa dover riunire in una unica struttura scuole di paesi lontani, con evidenti danni alle famiglie e al radicamento della scuola sul territorio. Tutto questo sconfessa la propaganda di Lega e PDL rispetto alla loro presunta ‘vicinanza’ al territorio. E’ esattamente il contrario, come mostrano i fatti.
Come ha confermato in passato la Corte Costituzionale, allo Stato spetta la sola emanazione delle norme di principio in merito all’organizzazione scolastica, ma poi le disposizioni di dettaglio sono di competenza delle Regioni, che possono e debbono operare le scelte di concerto con le comunità locali, modulandole in base al criterio della qualità dell’offerta
formativa. A pochissimi giorni dall’inizio della scuola la scelta del ricorso è sacrosanta e inevitabile: questo Governo va fermato prima che sia troppo tardi. Occorre cambiare rotta, il prima possibile.
Thomas Casadei
Consigliere regionale
Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna
Cpogruppo PD Commissione V Scuola, cultura, turismo, formazione lavoro sport
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