Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti. Casadei: “Programmare le politiche ambientali e promuovere la fiscalità ambientale”
Prende il via domani, fino al 25 novembre, la “Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti”. Si tratta di un’occasione importante per ribadire l’assoluta necessità di adottare buone pratiche – o “rispolverare” vecchie abitudini dimenticate – capaci di limitarne la produzione, promuovendo attenzione e responsabilità nella gestione dei rifiuti.
Sono i numeri, spesso impressionanti, a dimostrarci che non c’è tempo da perdere. Il Report “Indicatori ambientali urbani 2011” redatto dall’ISTAT, mostra infatti che nel nostro Paese la produzione annuale di rifiuti urbani arriva a 590 chili per abitante. A Forlì la produzione pro capite arriva addirittura a 840 kg. Un dato che deve però fare i conti con la considerazione che circa la metà dei kg prodotti proviene da attività non domestiche. In ogni caso, se si continuasse di questo passo, in poco tempo il nostro territorio sarebbe occupato dalle ceneri provenienti dagli impianti di incenerimento, con le relative emissioni. Uno scenario che, soprattutto in anni recenti, è concretamente contrastato con scelte che vanno sostenute con coraggio: la prospettiva deve essere quella di una progressiva transizione verso la società post-incenerimento.
L’obiettivo deve essere dunque la riduzione della produzione: solo nel 1995, è bene ricordarlo, la produzione media era di 450 kg per abitante.
In questo contesto il Comune di Forlì, in coerenza con il progetto “Forlì fa la differenza”, e altri Comuni del territorio partecipano alla Settimana Europea, con tante iniziative, laboratori, incontri e mostre. Un percorso che dovrà sempre più assumere una dimensione distrettuale forlivese, entro il nuovo sistema romagnolo.
La riduzione della produzione dei rifiuti, il recupero della materia e la gestione del tutto in modo sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico devono rientrare negli obiettivi principali del Piano dei rifiuti che la Regione Emilia-Romagna sta mettendo a punto.
Entro il 2020, l’Europa ci chiede di realizzare un recupero di materia pari al 50% dei rifiuti solidi urbani e al 70% dei rifiuti inerti. La redazione del Piano regionale dei rifiuti, che sostituirà gli attuali Piani provinciali, rappresenta quindi una grande opportunità per programmare le politiche ambientali, raggiungere l’obiettivo europeo e mantenere alta la qualità della vita nella nostra Regione.
La gestione e programmazione dei rifiuti, infatti, incide direttamente sulla nostra vita quotidiana, per questo si auspica dal Governo centrale un intervento normativo chiaro sugli investimenti, per promuovere la raccolta differenziata di qualità, incentivare la realizzazione di impianti di recupero e riciclo materiali. Non credo proprio che trattare i rifiuti delle regioni in emergenza negli impianti del nord o trasmigrare i rifiuti all’estero siano soluzioni efficaci, al contrario, si tratta di ipotesi che porterebbero ad un aggravio della spesa pubblica e genererebbero prassi non sostenibili dal punto di vista ambientale. La via deve essere quella della programmazione e della riduzione dei rifiuti, anche tramite lo strumento decisivo della fiscalità ambientale. È quello che prevede la legge di iniziativa popolare che, elaborata tramite uno stretto dialogo con associazioni ambientaliste e enti territoriali interpreti di politiche ambientali innovative, è stata nei mesi scorsi presentata in Assemblea legislativa regionale con le firme di diversi consiglieri della maggioranza di centrosinistra. Ora si tratta di approvarla, con lungimiranza e coraggio.
Thomas Casadei
Consigliere regionale Pd
Componente Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità
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