Tirocini curricolari per un accesso aperto al mondo delle professioni. Casadei: “Serve un accordo quadro”
Da qualche settimana è in corso una mobilitazione nazionale degli studenti universitari per chiedere al Governo di intervenire con un atto concreto che potrebbe cambiare il loro futuro. Il decreto “Cresci Italia”, che risale a gennaio, ha istituito i nuovi tirocini. In pratica, secondo questo provvedimento, i giovani che volessero intraprendere il percorso professionale all’interno di un Ordine – a cominciare dal mondo dell’avvocatura -, potrebbero iniziare il tirocinio obbligatorio (per 6 mesi sui 18 previsti) durante l’ultimo anno di studi. Un modo, questo, per accelerare il lungo e tortuoso percorso verso la libera professione e per facilitare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro. Per l’anno accademico in corso, purtroppo, questi nuovi tirocini rischiano di non partire. La ragione è duplice: la scarsa chiarezza delle norme che li istituiscono e l’assenza di una convenzione quadro tra Ordini professionali e Ministero.
I giovani futuri professionisti chiedono quindi un intervento al Governo per superare la fortissima opposizione degli Ordini e per sbloccare una situazione di stallo che pesa su di loro e sul loro futuro. Per arrivare alla libera professione occorrono tanti mesi di pratica post-laurea, poco o per nulla retribuita: ciò rappresenta una forma evidente di sfruttamento e un segno tangibile di quanto la società italiana sia bloccata e attraversata da pratiche gerarchiche e gerontocratiche. I nuovi tirocini potrebbero invece offrire un accesso più democratico e aperto al mondo del lavoro rispetto all’iter classico, permettendo anche alle studentesse e agli studenti meno abbienti di potere avviare e realizzare il loro percorso professionale.
Per raggiungere questo obiettivo manca un passo decisivo: sottoscrivere un accordo quadro. È urgente che il Governo presti ascolto a queste istanze e convochi quanto prima gli Ordini professionali, Consiglio Nazionale Forense in testa, per definire questo accordo. Se si ha a cuore il futuro dei giovani, e il loro ingresso nel mondo del lavoro, non si possono ritardare atti che possono facilitare questi decisivi obiettivi.
Thomas Casadei, consigliere regionale
Capogruppo PD in Commissione Lavoro, Scuola, Formazione, Cultura