Turismo termale e “buon vivere”
Nel contesto attuale il turismo termale può davvero rappresentare un’importante occasione per destagionalizzare l’offerta e generare nuovi flussi turistici legati alla qualità della vita, al benessere, alla fruizione di beni culturali e paesaggistici.
E’ questa una nuova e straordinaria sfida per il territorio romagnolo e provinciale ed è significativo che proprio sulle potenzialità, non ancora del tutto espresse, del turismo termale si sia di recente iniziato a lavorare anche tramite interessanti forme di cooperazione tra istituzioni e soggetti privati. Appennino verde, terme, spazi artistici e culturali costituiscono un patrimonio prezioso della nostra provincia, un territorio ricco di fonti termali di antica tradizione e di centri benessere di moderna concezione che possono attirare un turismo trasversale e di nuova specie.
Passeggiate sulle colline e visite ai musei – a cominciare dal San Domenico ma anche quelli, tutti da scoprire, di Galeata e Forlimpopoli – possono caratterizzare un soggiorno rilassante alle Terme, che può estendersi in maniera armonica alla visita di spazi urbani assai significativi per il loro patrimonio architettonico, da esaminare e comprendere con spirito critico (come suggerisce il progetto Atrium volto alla costruzione di una rotta turistica europea che attraversa anche Forlì, Predappio, Castrocaro Terme e Terra del sole e Cesenatico.
Il turismo termale è in grado di muovere un cliente diverso e “destagionalizzato”, interessato anche a nuovi itinerari, capaci magari di unire storia (da quella più antica fino al Rinascimento, e ancora dal Risorgimento a quella del Novecento), natura, enogastronomia, borghi e città d’arte.
Il turismo termale può dunque puntare, nuovamente, a numeri importanti, specie se le istituzioni del territorio, i comuni in rete tra loro, sapranno progettare e supportare progetti di medio-lungo periodo imperniati sulla valorizzazione di un territorio ricco di offerte e di luoghi da visitare e vivere. Le terme d’altra parte attraggono i visitatori un po’ in tutte le stagioni, con un naturale aumento durante il periodo invernale, quando le temperature si abbassano e cresce la voglia di caldo e benessere, e in primavera quando la voglia di rigenerarsi e rifiorire esercita un forte richiamo. Basta poi analizzare con attenzione la domanda turistica, soprattutto quella delle nuove generazioni, per comprendere come il binomio benessere-salute possa diventare davvero una carta vincente.
La nuova frontiera del turismo termale è dunque quella di un’offerta che va ben oltre I’aspetto terapeutico tradizionale, inserendosi piuttosto nei circuiti del benessere e della cura per gli stili di vita sani e in armonia con la natura, integrato perfettamente ad attività ricreative e culturali.
Si tratta quindi di un settore da valorizzare mettendo in rete quei servizi che possono dare ulteriore valore aggiunto al prodotto. In un mercato turistico che spesso prepone mete sempre più massificate la forza e il valore del turismo termale deriva proprio dalla percezione di un brand legato alla grande domanda di benessere e di uno stile di vita legato alla qualità dell’ambiente.
Nel nostro territorio vi sono strutture attrezzate, moderne e polifunzionali come le Terme di Fratta e di Castrocaro, quelle di Bagno di Romagna, ma allargando un poco i confini e pensando al sistema Romagna, quelle di Cervia, Riolo, fino a Castel San Pietro, incastonate in paesaggi verdi assai suggestivi.
Occorre dunque che le amministrazioni siano impegnate, insieme a tutti gli altri soggetti che operano in questo ambito, nel rilancio delle attività termali perché ciò accresce certamente il fascino del nostro territorio e può quindi avere ricadute positive dal punto di vista turistico ed economico, all’insegno di quello sviluppo di qualità che può davvero fare la differenza.
Le terme danno insomma un forte valore aggiunto al territorio anche perché il turismo della salute non vuol più dire soltanto un’utenza fatta di pazienti ma, integrandosi con la nuova cultura “del buon vivere”, vuol dire intercettare quelle fasce di persone che praticano attività sportive all’aria aperta, attente al proprio stile di vita e con una grande propensione al viaggio confortevole, rilassante e “slow”.
Si tratta dunque di riuscire a cogliere l’evoluzione di questo mercato, le nuove esigenze e i nuovi stili di vita degli ospiti per riuscire a sfruttare davvero tutte le potenzialità delle stazioni termali come poli di eccellenza del benessere. E per farlo pienamente deve nascere un sistema forte, basato sulle varietà di risorse del territorio e in grado di mettere in rete la voglia di benessere e salute con le tante opportunità a disposizione di chi arriva: le visite alle città d’arte, le escursioni enogastronomiche, i percorsi cicloturistici, la scoperta dei borghi.
E’ certamente troppo riduttivo pensare ancora alle terme come luogo di cura, il profilo del cliente sta cambiando rapidamente e le istituzioni, sensibili ai mutamenti in atto, intendono valorizzarne le potenzialità combinando il valore indiscusso delle risorse termali con il patrimonio storico, culturale e ambientale del territorio. Si tratta di una sfida che comincia ad essere condivisa, come dimostrano la nuova attenzione per il tema e anche momenti di confronto realizzati sul territorio nell’ultimo periodo.