Una nuova etica nella gestione della cosa pubblica
Quasi ogni anno siamo chiamati ad eleggere una volta deputati e senatori, un’altra volta chi mandare al Parlamento Europeo, un’altra volta ancora il Sindaco, il Presidente della Regione o della Provincia, consiglieri comunali, circoscrizionali… E una volta che li abbiamo eletti, che cosa sappiamo di quello che fanno, che dicono, che propongono? Cosa sappiamo, davvero, di quello che viene deciso in un consiglio comunale, in un’assemblea regionale, in una commissione parlamentare di Montecitorio o Palazzo Madama? Eppure si tratta di decisioni che riguardano la nostra vita: la salute, le tasse, la scuola, le pensioni, l’assistenza, il lavoro… I leader dei partiti ormai parlano per slogan, nelle trasmissioni di approfondimento comunicano con battute. Parlano, parlano, parlano: ma che cosa dicono? E soprattutto: che cosa fanno realmente?
Abbiamo chiesto a Thomas Casadei, candidato al Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna nella lista del Presidente Errani, di aiutarci a entrare nel merito della sfida etica a cui devono rispondere gli amministratori della PA.
Con Thomas Casadei parleremo di etica, trasparenza, stato di diritto e verifica dell’attività amministrativa. Un sistema trasparente a disposizione dei cittadini interessati è solo uno degli strumenti che si possono utilizzare per reimpostare in chiave democratica il rapporto tra amministratori e cittadini.
Uma proposta
Con l’anagrafe pubblica degli eletti (proposta lanciata nel 2008 dal movimento radicale italiano) si chiede di rendere disponibile e accessibile a tutti, grazie alla rete internet, la vita politica e amministrativa del nostro Paese, attraverso la pubblicazione degli atti e dei dati di tutti gli eletti nelle assemblee di ogni livello.
Conoscere le scelte (come votano) ed il comportamento di tutti i senatori, i deputati, i presidenti, i consiglieri, gli assessori: di tutti coloro che per volontà popolare sono stati chiamati a rappresentare interessi pubblici.
Ma nel concreto cosa si potrà conoscere di ciascun eletto? Praticamente tutto, dai dati personali, agli incarichi elettivi ricoperti nel tempo; allo stipendio, ai rimborsi, ai gettoni di presenza; alla dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari; alla dichiarazione dei finanziamenti ricevuti, dei doni, dei benefici; il registro delle spese, comprensive dello staff, per l’ufficio, per i viaggi, ecc; le presenze ai lavori dell’istituzione di cui fa parte e il comportamento di voto in aula e nelle commissioni, e tutto l’insieme delle iniziative prese: interrogazioni, interpellanze, mozioni, ecc.
Tutta l’attività politica di ogni rappresentatane del popolo, per avere gli elementi per decidere poi se ridargli fiducia oppure alla tornata elettorale successiva.
La trasparenza quindi come leva per cambiare il rapporto tra politica e cittadini, perchè i valori della legalità, della responsabilità, l’idea che diritti e doveri siano per tutti, sono obiettivi ancora da raggiungere e per cui vale la pena darsi da fare.