Una nuova idea di città , a partire dal suo cuore: il centro storico
Tra le questioni che connotano la sfida sulla necessità di nuovo modello di economia e di società, le opportunità collegate alla cultura e ai beni culturali sono tra quelle troppo spesso trascurate.
Le minori risorse disponibili, tuttavia, rendono necessario individuare nuove modalità di organizzazione e promozione dei sistemi territoriali, razionalizzare e rendere il più efficace possibile ogni azione, sia da parte dei soggetti istituzionali sia da parte di quelli associativi ed economici.
Occorre puntare in maniera sempre più decisa su forme integrate di fruizione dei beni culturali e della proposta culturale, cogliendo la possibilità di correlare le attività culturali e di svago, ma anche benessere fisico e mentale alle persone, in una logica di valorizzazione completamente diversa dei luoghi e degli spazi pubblici. Una logica in cui il modello non è certo il villaggio turistico tutto incluso, riproducibile in ogni parte del mondo, ma l’unicità dell’esperienza dei luoghi data dal contesto artistico, culturale, storico, dalla tipicità dei prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato del territorio.
E’ una strada che le amministrazioni di centro-sinistra in alcuni casi hanno già intrapreso, ma che va esaltata e potenziata, collegandola più strettamente all’insieme delle scelte amministrative. La nostra è una regione dove l’attenzione all’impatto ambientale è progressivamente e opportunamente aumentato, questo può e deve diventare elemento distintivo anche dell’offerta turistica e della fruizione dei beni culturali e artistici: il benessere proposto deve trovare una sua coerenza nell’aria e nel mare pulito, nei cibi a km zero, nell’uso di energie rinnovabili e nell’abitudine al risparmio energetico nel sistema ricettivo. Esperienze come i “centri commerciali naturali” nei centri storici, l’albergo diffuso, i percorsi artistico-culturali che mettono in rete i territori vanno sostenute e sviluppate.
Il progetto di rilancio del centro storico di Forlì, di cui il Sindaco Balzani ha presentato le linee-guida, si inserisce proprio in questo nuovo modello di fruizione degli spazi e del territorio.
Favorire una mobilità “lenta”, a misura di pedoni e biciclette, renderà più vivibile il centro storico, aiutando i forlivesi a riappropriarsi della città, permettendo loro di rivalutare luoghi resi invisibili dai ritmi accelerati del traffico automobilistico. E renderà sicuramente più appetibile la città dal punto di vista turistico offrendo ai visitatori – delle mostre al San Domenico ma anche di altre bellezze nascoste – l’opportunità di scoprire una città a misura d’uomo, ma anche di bambino.
Alle istitituzioni, ai soggetti economici, alle associazioni, agli enti di promozione si apre la sfida di un’integrazione virtuosa e con lo sguardo aperto al territorio, alla Romagna, all’Europa (come indica anche il bel progetto “Atrium”, presentato di recente). Il protocollo d’intesa tra amministrazione comunale e Fondazione Carisp è sicuramente un buon passo in questa direzione, altri passi vanno fatti in un contesto di sempre più stretta interconnessione tra comune capoluogo e comuni del territorio (mettendo in rete il patrimonio museale, le rocche, i monumenti della storia passata e di quella contemporanea, del Novecento).
Il progetto sul centro storico messo a punto dall’Amministrazione Balzani ha un altro pregio: smentisce nettamente coloro che con spirito assai poco costruttivo e molto presi da chiacchiere autoreferenziali hanno per mesi parlato di mancanza di un’idea di sviluppo per la città e per il futuro. La concretezza della proposta elaborata segna invece l’apertura di una nuova, straordinaria, fase per la città di Forlì e il territorio forlivese. A ognuno il compito di collaborarvi con spirito cooperativo e lungimiranza.
Thomas Casadei
(consigliere regionale,
capogruppo PD Commissione Turismo, Lavoro, Scuola, Cultura, Formazione)