Verso una società post-incenerimento
Lo scorso mese di aprile il Parlamento Europeo ha approvatato una risoluzione che pone obiettivi precisi e urgenti per quanto riguarda la produzione e il trattamento dei rifiuti.
Partendo dalla valutazione dei precedenti Programmi di Azione Ambientale (PAA) e dall’assunto che la protezione del nostro ambiente aumenta la qualità della vita, crea posti di lavoro e prosperità e assicura il benessere delle generazioni attuali e future, il Parlamento Europeo constata però che la situazione è lontana dal poter essere considerata soddisfacente per quanto riguarda lo stato dell’ambiente. Nella relazione si afferma che “i dati scientifici dimostrano chiaramente che non è possibile mantenere lo status quo, che espone a una pressione troppo forte la capacità del pianeta di sostenere la domanda di risorse e servizi ecosistemici o di assorbire l’inquinamento. È necessaria un’azione urgente di tutte le parti interessate per assicurare la transizione verso un futuro sostenibile.”
Gli obiettivi sono fissati in una netta riduzione della produzione di rifiuti, un divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati e un divieto rigoroso di smaltimento in discarica dei rifiuti raccolti separatamente. Si sottolinea inoltre che i rifiuti costituiscono una risorsa che spesso può essere riutilizzata, assicurando un impiego efficiente delle risorse e si invita pertanto la Commissione a studiare come migliorare l’efficacia della raccolta dei rifiuti provenienti dai prodotti di consumo grazie a un’espansione dell’applicazione del principio della responsabilità estesa del produttore, nonché mediante orientamenti riguardanti la gestione dei sistemi di recupero, raccolta e riciclaggio; si evidenzia la necessità di investire nel riciclaggio delle materie prime e delle terre rare, in quanto i processi di estrazione, raffinazione e riciclaggio delle terre rare possono avere gravi conseguenze per l’ambiente se non vengono gestiti correttamente.
Il quadro indicato dalle normative europee impone quindi un grande sforzo comune da parte di tutti, dal punto di vista culturale e operativo, a partire dagli organismi legislativi nazionali e regionali, agli imprenditori e produttori di beni e servizi, alle amministrazioni locali, ai gestori dei servizi pubblici, ai singoli cittadini.
In Emilia-Romagna si sono sviluppati importanti progetti che vanno esattamente nella direzione indicata dall’Unione Europea, come la proposta di legge di iniziativa popolare che punta ad una nuova fiscalità per supportare i Comuni virtuosi nelle politiche ambientali e disincentivare lo smaltimento dei rifiuti in discarica o tramite incenerimento: la proposta, avanzata da importanti associazioni ambientaliste, è già stata approvata da oltre 20 comuni (tra i quali, tra i primissimi, Forlì, Forlimpopoli e Bertinoro) e dalla Provincia di Reggio Emilia, per una popolazione complessiva di circa 900.000 abitanti Ai cittadini e alle imprese, ognuno per la sua parte, si chiede innanzitutto di acquisire una nuova consapevolezza che questa “rivoluzione” parte anche dall’adozione di stili di vita e di produzione diversi, più equilibrati, sostenibili e rispettosi dell’ambiente.
E’ altresì necessario, in questo contesto, ripensare profondamente le politiche industriali delle multiutilities, riportandole alla loro “mission” originaria, cioè quella di occuparsi della qualità ambientale e dell’efficienza energetica dei servizi del territorio, abbandonando il peso ormai eccessivo del profitto economico e finanziario, che ha portato per certi versi ad uno snaturamento delle loro funzioni.
Thomas Casadei (consigliere regionale PD, commissione “Ambiente, Territorio, Mobilità”)
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